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Lo scorso 17 aprile è stato approvato il nuovo Accordo Stato-Regioni che stabilisce le linee guida per la formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Obiettivo: armonizzare e aggiornare i percorsi formativi per Datore di Lavoro, Preposti, Dirigenti, RSPP, ASPP e Lavoratori, definendo durata, contenuti minimi e modalità di verifica.

Ma quali sono le implicazioni per il Modello 231?
La formazione in materia di sicurezza sul lavoro, così come disciplinata dal nuovo Accordo, non è solo un obbligo normativo: rappresenta anche uno strumento essenziale per prevenire i reati presupposto rilevanti ai fini del D.lgs. 231/2001.

Gli Organismi di Vigilanza (OdV) sono chiamati a vigilare sull’effettiva conformità della formazione aziendale ai nuovi standard.
In particolare, dovranno:

  • Verificare che i protocolli formativi aziendali siano aggiornati e conformi all’Accordo;
  • Garantire la formazione continua e periodica per tutte le figure previste;
  • Accertarsi che i corsi siano erogati da soggetti accreditati e che vi sia tracciabilità e monitoraggio degli apprendimenti.

In un contesto normativo sempre più complesso, integrare efficacemente questi aspetti nel Modello 231 è una leva strategica per rafforzare la compliance e ridurre il rischio di responsabilità amministrativa.

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