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La Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sul tema, tutt’altro che raro nella prassi, delle cosiddette “supersocietà di fatto”: strutture societarie non formalizzate che nascono tra soggetti giuridici, spesso imprese familiari o collegate, in cui si realizza un esercizio congiunto e continuativo di attività economica.

Nella sentenza n. 13127/2025, i giudici hanno sancito la responsabilità solidale degli enti coinvolti in caso di gestione accentrata e abuso del controllo da parte del soggetto egemone. Questo ha rilievo particolare nei contesti in cui il socio o l’amministratore della società “dominante” utilizzi la propria posizione per drenare risorse o assumere decisioni lesive per gli altri partecipanti all’impresa di fatto.

Un richiamo importante per tutte le realtà imprenditoriali che operano con strutture societarie informali o “gruppi di fatto”: una governance opaca può esporre a gravi responsabilità civili e fiscali, oltre che a un contenzioso difficile da gestire.

È quindi fondamentale costruire assetti organizzativi chiari e adottare presìdi di controllo efficaci, anche tra realtà apparentemente autonome.

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